Centro Studi Tito Speri Mantova

martedì 28 ottobre 2014

La affermazione delle monarchie nazionali in Europa intorno all'anno Mille, a cura di Mattia Mongelli.

Dopo il concordato di Worms del 1122 si superano gli universalismi della Chiesa e dell' Impero e si affermano le monarchie nazionali: questo fenomeno consistette nel processo attraverso il quale alcune monarchie europee estesero il loro potere. In Spagna il potere monarchico progressivamente riconquistò i territori che erano di dominazione araba. In Francia invece la dinastia dei capetingi aumentò i propri territori saldando il proprio potere con quello della Chiesa di Roma . In Inghilettera la dinastia sassone fu detronizzata dall' invasione dei normanni: si aprí un periodo di instabilità che terminò nel 1215 con un documento chiamato MAGNA CHARTA LIBERTATUM. Se in Spagna,Francia e Inghilterra si formano delle monarchie nazionali, in Italia si verifica l'affermazione dei comuni. Infatti intorno all'anno 1000 si verifica un fenomeno di urbanizzazione che ha come centro l'istituzione comunale: i comuni erano sistemi di autogoverno in cui a capo vi era la figura del console o del podestà e la giustizia era amministrata da magistrati. La novità era rappresentata dal fatto che i cittadini erano chiamati a eleggere i consoli e i magistrati anche se concretamente il potere era nelle meni dei piú ricchi. I comuni italiani rappresentavano un potere non gradito all'impero perché divennerro veri e propri stati autonomi che non volevano sottostare al potere imperiale. L'imperatore Federico I Barbarossa tentò piú volte di stabilire la propria supremazia sui comuni ma, nel 1176 fu sconfitto dalla Lega Lombarda:successivamente si giunse alla pace di Costanza del 1183 che da un lato ribadì il potere dell' impero e dall' altro autorizzó i comuni a esercitare un'ampia gamma di poteri. Un' esperienza particolare di autonomia cittadina fu quella delle Repubbliche marinare italiane che furono Amalfi, Pisa, Genova e Venezia

Vita e opere di Dante, a cura di Mattia Mongelli

Dante nacque a Firenze nel 1265 e apparteneva alla piccola nobiltà guelfa fiorentina , rimase presto orfano sia di madre che di padre. Nel 1285 sposò Gemma donati che gli diede 3 figli. Nel 1289 partecipò a uno scontro militare tra i guelfi fiorentini e i ghibellini di Arezzo e Pisa: questo scontro rappresenta l' inizio della attività politica di Dante che lo portò a diventare priore. Negli anni '80 e '90 del '200 egli scrisse oltre 50 rime ispirate alla scuola sicula. Nel 1290 morí Beatrice e questo fatto provocò in Dante una profonda crisi religiosa e cominciò a studiare filosofia e teologia. Tra il '92 e il '93 produsse  la Vita Nova in cui raccolse 31 liriche inserite in un contestesto narrativo: il tema poetico era l'idealizzazione della donna amata. successivamente a Firenze si verificò una suddivisione politica tra i guelfi bianchi che proponevano la differenza tra potere politico e spirituale e i guelfi neri che proponevano il papato come soggetto sia politico che spirituale: Dante era un guelfo bianco e sua moglie una guelfa nera; le due fazioni arrivarono allo scontro, vinsero i guelfi neri Dante fu accusato di un falso reato che non aveva commesso, dovette abbandonare casa e famiglia per andare in esilio poichè se fosse tornato a Firenze sarebbe stato condannato a morte. Dante abbandona Firenze e inizia una vita di vagabondaggio il periodo di esilio coincide con l'attivitá poetica dell' autore

VITA NOVA 1292-93. Idealizzazione della donna. Composta da liriche (cioè poesie) e narrativa.

CONVIVIO 1304-1307. E' composto da 15 trattati e da 14 canzoni. La canzone è composta da stanze cioè strofe formate da 8 versi. La tematica principale è il sapere filosofico

DE VULGARI ELOQUENTIA. Questa é l'opera fondante della lingua italiana dedicata alla teoria linguistica secondo la quale il volgare è pari al latino e può unificare linguisticamente l'Italia.

DE MONARCHIA 1912-13. È un trattato politico in tre libri che esprime la necessitá di una monarchia universale.

DIVINA COMMEDIA segue lezione dedicata.

martedì 21 ottobre 2014

Il crollo dell'Occidente, a cura di Salfi Saverio

La caduta d Roma è stata presa a paradigma di ogni possibile catastrofe: se quell’impero così solido e potente aveva infine dovuto soccombere, questo vuol dire che qualsiasi civiltà deve confrontarsi con il fantasma di una possibile rovina.
I fattori della crisi La caduta dell’impero romano è anche uno degli avvenimenti più difficili da interpretare. L’impero romano non cadde da un giorno all’altro, ma ci mise tre secoli fino all’anno 476, quando fu deposto l’ultimo importante Romolo Augusto. L’emergere delle culture locali L’elemento fondamentale di questa evoluzione è il progressivo e inesorabile emergere delle culture locali. L’impero romano era stato una compagine supernazionale e di cultura greco-romano. La partecipazione delle varie componenti etniche dalla gestione dell’impero doveva associarsi a questa cultura che era urbana. L’evoluzione della crisi dal II secolo Il meccanismo cominciò ad incepparsi sotto Marco Aurelio, quando la manodopera della produzione diminuì, la produzione crollò e i prezzi aumentarono. La crisi fu superata e Roma fu rifondata da Costantino in Oriente ma in Occidente non avvenne. Il cristianesimo con l’editto di Milano e di Tessalonica divenne la religione lecita e imposta come religione di Stato.
Oriente e Occidente La separazione si era accentuata quando Teodosio, morendo, aveva lasciato l’impero ai propri figli, ad Arcadio ad Oriente e Onorio ad Occidente.
Il sacco di Roma Nel 410 Alarico occupò Roma e la saccheggiò. Gli uomini di Alarico, morto quello stesso anno, risalirono la penisola e occuparono la regione gallica dell’Aquitania. Nel 418 Onorio li considerò ufficialmente suoi “federati” e riconobbe i loro possedimenti: questo atto segnò la nascita del primo Regno romano-germanico d’Europa: il Regno visigoto di Tolosa.
Gli unni La forma della loro ferocia e dal loro aspro modo di vita aveva da tempo raggiunto il mondo romano. Il loro re Attila, guerriero e capo dalla grande personalità, aveva unito sotto la propria autorità una grande confederazione di popoli che si estendeva dal Volga al Reno e rappresentava un serio pericolo sia per l’impero d’Oriente che per quello d’Occidente.
La fine dell’Occidente I vandali, padroni di una flotta con basi nell’Africa settentrionale, sbarcano a Ostia e saccheggiarono Roma; gli imperatori che si alternavano sul trono erano uomini di paglia del tutto privi di prestigio, il potere era nelle mani dei generali, tutti di origine barbara. Odoacre prese il posto dichiarando che avrebbe governato l’Occidente a nome del’imperatore d’Oriente. Era il 476, l’impero di Roma era finito.

L'evoluzione dell'uomo, a cura di Annachiara Iori, Kevini Maulini e Elisa Ligabue

L'HOMO HABILIS venne scoperto tra il 1960 e il 1964. Esso visse da 2,5 a 1,4 milioni di anni fa nell' est Africa. Il volume del suo cervello era di 600 cm cubici e il suo peso era compreso tra 30 e 55 kg. L'HOMO RUDOLFENIS venne scoperto tra il 1972 e il 1986. Esso visse 1.9 milioni di anni fa in Kenya. L'HOMO GEORGIUS venne scoperto tra il 1999 e il 2002. Esso visse da 1,8 a 1,6 milioni di anni fa in Georgia. Il volume del suo cervello era di 600 cm cubici. L'HOMO ERGASTER venne scoperto nel 1975. Esso visse da 1,9 a 1,25 milioni di anni fa nell'est e nel sud Africa. Il volume del suo cervello era di circa 750 cm cubici. L'HOMO ERECTUS venne scoperto tra il 1834 e il 1892. Esso visse da 2 a 0,3 milioni di anni fa in Africa e in Eurasia. Il volume del suo cervello circa di 1100 cm cubici. La sua altezza era di 1,8 m e il suo peso era di 60 kg. L'HOMO CAPRANENIS venne scoperto tra il 1924 e il 2003. Esso visse 0,8 milioni di anni fa in Italia. L'HOMO ANTECESSOR venne scoperto tra il 1914 e il 1917. Esso visse circa 80000 anni fa in Spagna e in Inghilterra. Il volume del suo cervello era di 1000 cm cubici mentre la sua altezza era di 1,05 m e il suo peso di 90 kg. L'HOMO HEIDELBERGENSIS venne scoperto tra il 1907 e il 1908. Esso visse da 60000 a 25000 anni fa in Europa e in Africa. Il volume del suo cervello era compreso tra 1100 e 1400 cm cubici. La sua altezza era di 1,80 m e il suo peso di 60 kg. L'HOMO RUDOLFENSIS venne scoperto nel 1921. Esso visse tra 30000 e 12000 anni fa a Zanzibar. Il volume del suo cervello era di 1300 cm cubici. L'HOMO NEANDERTHALENIS venne scoperto tra il 1829 e il 1864. Esso visse 24000 anni fa in Europa e nell'ovest dell'Asia. Il volume del suo cervello era da 1200 a 1700 cm cubici. La sua altezza era di 1,6 m e il suo peso di 55,40 kg. L'HOMO SAPIENS SAPIENS venne scoperto nel 1758. Esso visse da 50000 anni fa a oggi in ogni parte del mondo. Il volume del suo cervello è compreso tra 1000 e 1850 cm cubi. La sua altezza va da 1,4 a 1,3 m e il suo peso va da 55 a 70 kg.

Paleolitico e Neolitico a confronto, a cura di Elisa Ligabue.

Il Paleolitico. La parola paleolitico deriva dal greco παλαιός (palaios), "antico" e λίθος (lithos)"pietra"e significa antica età della pietra. Questo periodo si sviluppa 250.000 mila anni fa. Fu in questo lasso di tempo che si sviluppò la tecnologia umana con l'introduzione dei primi strumenti di pietra.I gruppi umani erano divisi in tribù e prevalentemente nomadi o a sedentarizzazione periodica, erano caratterizzati da un'economia di caccia e raccolta, organizzavano battute di caccia o si dedicavano alla pesca; di conseguenza la selvaggina catturata veniva spartita nelle tribù. La società era MATRIARCALE. La figura della donna rappresentava il fulcro della società, non vi era la certezza della paternità e la società era organizzata in tribù. Queste tribù veneravano Demetra, la dea madre terra, vale a dire la dea dell'agricoltura, del ciclo delle stagioni, della vita e della morte. Il Mesolitico (dal greco μὲσος, mesos=medio e λίθος, líthos=pietra) è il periodo intermedio dell'età della pietra, definito per questo l'età della pietra di mezzo. In questa fase i gruppi umani elaborarono le tecniche di lavorazione della pietra inoltre svilupparono armi da lancio come l'arco. I gruppi umani nel Paleolitico erano prevalentemente nomadi, mentre nel Mesolitico erano sedentari cioè vivevano in un luogo fisso. Nacque l'agricoltura, si svilupparono le prime città. L'URBANIZZAZIONE è il processo di sviluppo che porta un centro abitato ad assumere le caratteristiche tipiche di una città, tuttavia nacquero differenze sociali tra ricchi e poveri. Il Neolitico è un periodo della preistoria, l'ultimo dei tre che costituiscono l'età della pietra. Etimologicamente il termine deriva dalle due parole greche νέος (nèos, "nuovo") e λίθος (lithos, "pietra"): cioè età nuova della pietra. La società del Neolitico era PATRIARCALE cioè con istituzioni caratterizzate dalla dominanza di uomini, questa organizzazione portò alla nascita della SCRITTURA (IV millennio a.c). La prima scrittura fu quella cuneiforme; questo sistema si eseguiva con uno stilo imprimendolo sull'argilla. In seguito nacquero anche le città-stato; una città-stato è una zona geografica di piccole dimensioni che si trova sotto la giurisdizione di un'unica città e gode di un grado più o meno ampio di sovranità.

mercoledì 15 ottobre 2014

La rinascita dell'anno Mille, a cura di Marilena Andrei

Nei secoli successivi la caduta dell'impero romano la popolazione abbandonò le città a causa della assenza dei presidi politici e militari; l'unica istituzione rimasta fu quella ecclesiastica. La popolazione si ritirò nelle campagne vivendo nella CURTIS (corte) che rappresentava una tipologia di agglomerato sia abitativo che produttivo. Intorno all'anno mille la cultura europea uscì dalla fase di decremento demografico che caratterizzò l'alto medioevo. Con il nuovo millennio la popolazione europea passò da 40 milioni a 80 milioni. L' aumento demografico fu causato da un incremento della produzione dovuta a diverse azioni come il disboscamento la bonifica e il regolamento delle acque. L'aumento della produzione fu dovuto al maggior ricorso della forza animale e dell' aratro a ruote. Una tecnica fondamentale fu la rotazione triennale delle colture.

martedì 14 ottobre 2014

L'origine della lingua e della letteratura italiana, a cura di Federico Tizzi.

La lingua è l’insieme delle regole grammaticali condivise dai parlanti: la lingua in questo senso è intesa come un codice; invece la letteratura è rappresentata dalle opere e dai testi che un autore produce in una determinata lingua. La lingua italiana rappresenta l’esito di una evoluzione dalla lingua latina. Il latino dal V secolo d.C. in poi si disgrega a causa della mancanza di un centro politico e militare in una serie di lingue autonome, che sviluppano regole grammaticali proprie e nell’arco di IV secoli diventano lingue nazionali chiamate neolatine o neoromanze. Questo termine deriva da romanice loqui che significa parlare alla maniere di Roma.

1) L’influenza Franco-provenzale: nei secoli XI e XII la Francia era al centro della civiltà europea e si produceva la letteratura d’OC nella quale si esprimevano le poesie d’amore dei trovatori. Fra i trovatori italiani più importanti che parlano la lingua d’OC troviamo Sordello da Goito.

2) La scuola siciliana: la scuola poetica siciliana nasce attorno al 1230 alla corte di Federico II di Svevia che rappresenta la prima lirica in volgare italiano. La sua attività si concluse nel 1266 con la morte di Manfredi figlio di Federico. Anche nella scuola siciliana era dominante la tematica d’amore, un’innovazione formale importantissima di questa scuola è il sonetto cioè un componimento poetico formato da quattro strofe: due terzine e due quartine. I poeti siciliani furono Jacopo da Lentini, Guido delle Colonne, Pier della Vigna e Cielo d’Alcamo.

3) La scuola Siculo-Toscana: le tematiche proposte dalla scuola siciliana vengono trasportate in Toscana dando vita alla poesia prestilnovista o siculo-toscana. In Toscana vi era la realtà politica e colturale dei liberi comuni e la poesia seguiva sia le tematiche amorose sia quelle politiche.

Le origini della nostra lingua : le influenze linguistiche e letterarie nella formazione della lingua italiana. A cura di Sara Besutti.

Una lingua è un insieme di regole condivise dai parlanti (es. regole grammaticali che sono condivise da più parlanti). La Lingua in questo senso è un codice.
La Letterarura invece è rappresentata dalle opere e dai testi che gli autori producono in una determinata lingua. La Lingua Italiana rappresenta l'esito di una evoluzione dalla Lingua Latina. Il Latino dal V secolo in poi si disgrega in una pluralità di lingue autoctone che svilippano regole grammaticali proprie e nell'arco di quattro secoli diventano lingue nazionali chiamate neolatine, oppure romanze ( questa espressione deriva dal termine “romanice loqui” che significa “ parlare alla maniera dell'antica Roma). Nella formazione della lingua italiana fu molto importante l'influenza franco-provenzale. La Francia nell'XIe XII secolo era il centro della civiltà europea, dove si produceva la letteratura d'oc e si esprimevano le poesie d'amore dei trovatori. Fra i trovatori Italiani, il più grande fu Sordello Da Goito.Un'altra importante spinta all'evoluzione della lingua italiana fu rappresentata dalla Scuola Siciliana che  nacque intorno al 1230 alla Corte di Federico di Svevia. Essa espresse la prima lirica in volgare italiano. La sua attività si concluse nel 1266 con la morte di Manfredi figlio di Federico. Una innovazione formale importantissima di questa scuola è il Sonetto cioè un componimento poetico formato da quattro strofe: due terzine e due quartine. I poeti Siciliani sono furono Iacopo Da Lentini, Guido Delle colonne, Pier Della Vigna e Cielo D'alcamo.
Una successiva fase di evoluzione verso la lingua italiana fu rappresentata dalla scuola Siculo-Toscana. Le tematiche proposte dalla scuola Siciliana vennero trasportate in Toscana dando vita alla poesia Prestiliovista o Siculo Toscana.

lunedì 13 ottobre 2014

Le influenze linguistiche e letterarie nella formazione della lingua e della letteratura italiana, a cura di Marilena Andrei

1) L'influenza Franco - Provenzale. Nei secoli XI e XII la Francia era il centro della civiltà europea e produceva in lingua d'Oc le poesie d'amore dei trovatori. Fra i trovatori italiani che parlavano la lingua d'oc troviamo Sordello da Goito che fu il più grande trovatore del XIII.

2) La scuola poetica siciliana nasce intorno al 1230 alla corte di Federico II di Svevia. Rappresentò la prima lirica in volgare italiano. La sua attività si concluse nel 1266 con la morte di Manfredi figlio di Ferderico. Anche nella scuola siciliana era dominante la tematica d'amore. Un'innovazione formale di questa scuola è il Sonetto cioè un componimento poetico formato da quattro strofe, due terzine e due quartine. I poeti siciliani furono : Jacopo da Lentini, Guido delle Colonne, Pier della Vigna e Cielo d'Alcamo.

3)La scuola siculo - toscana ripropone le stesse tematiche della scuola siciliana che trasportate in Toscana danno vita alle poesie prestilnoviste o siculo-toscane. In Toscana vi era la realtà politica culturale dei liberi comuni e la poesia si occupa sia delle tematiche d'amore che di quelle politiche.

domenica 12 ottobre 2014

Origini della Lingua e della Letteratura Italiana a cura di Marilena Andrei

Una lingua può essere definita come un codice cioè un insieme di regole condivise dai parlanti.La letteratura invece è rappresentata dalle opere e dai testi che un autore produce in una determinata lingua.La lingua italiana rappresenta l'esito di una evoluzione della lingua latina.Il latino si disgrega a causa della mancanza del potere politico e militare romano. Si sviluppano delle lingue autonome
con regole grammaticali proprie e nell'arco di IV secoli diventano lingue nazionali chiamate neolatine oppure
romanze. Questo termine deriva dall'espressione ROMANICE LOQUI che significa alla maniera di Roma.