Centro Studi Tito Speri Mantova

martedì 21 ottobre 2014

Il crollo dell'Occidente, a cura di Salfi Saverio

La caduta d Roma è stata presa a paradigma di ogni possibile catastrofe: se quell’impero così solido e potente aveva infine dovuto soccombere, questo vuol dire che qualsiasi civiltà deve confrontarsi con il fantasma di una possibile rovina.
I fattori della crisi La caduta dell’impero romano è anche uno degli avvenimenti più difficili da interpretare. L’impero romano non cadde da un giorno all’altro, ma ci mise tre secoli fino all’anno 476, quando fu deposto l’ultimo importante Romolo Augusto. L’emergere delle culture locali L’elemento fondamentale di questa evoluzione è il progressivo e inesorabile emergere delle culture locali. L’impero romano era stato una compagine supernazionale e di cultura greco-romano. La partecipazione delle varie componenti etniche dalla gestione dell’impero doveva associarsi a questa cultura che era urbana. L’evoluzione della crisi dal II secolo Il meccanismo cominciò ad incepparsi sotto Marco Aurelio, quando la manodopera della produzione diminuì, la produzione crollò e i prezzi aumentarono. La crisi fu superata e Roma fu rifondata da Costantino in Oriente ma in Occidente non avvenne. Il cristianesimo con l’editto di Milano e di Tessalonica divenne la religione lecita e imposta come religione di Stato.
Oriente e Occidente La separazione si era accentuata quando Teodosio, morendo, aveva lasciato l’impero ai propri figli, ad Arcadio ad Oriente e Onorio ad Occidente.
Il sacco di Roma Nel 410 Alarico occupò Roma e la saccheggiò. Gli uomini di Alarico, morto quello stesso anno, risalirono la penisola e occuparono la regione gallica dell’Aquitania. Nel 418 Onorio li considerò ufficialmente suoi “federati” e riconobbe i loro possedimenti: questo atto segnò la nascita del primo Regno romano-germanico d’Europa: il Regno visigoto di Tolosa.
Gli unni La forma della loro ferocia e dal loro aspro modo di vita aveva da tempo raggiunto il mondo romano. Il loro re Attila, guerriero e capo dalla grande personalità, aveva unito sotto la propria autorità una grande confederazione di popoli che si estendeva dal Volga al Reno e rappresentava un serio pericolo sia per l’impero d’Oriente che per quello d’Occidente.
La fine dell’Occidente I vandali, padroni di una flotta con basi nell’Africa settentrionale, sbarcano a Ostia e saccheggiarono Roma; gli imperatori che si alternavano sul trono erano uomini di paglia del tutto privi di prestigio, il potere era nelle mani dei generali, tutti di origine barbara. Odoacre prese il posto dichiarando che avrebbe governato l’Occidente a nome del’imperatore d’Oriente. Era il 476, l’impero di Roma era finito.