Centro Studi Tito Speri Mantova

martedì 27 gennaio 2015

RIFORMA E CONTRORIFORMA, a cura di Mattia Mongelli.

La riforma religiosa fu promossa da Martin Lutero, un monaco agostinano tedesco che pensava che la Chiesa fosse arrivata a un punto per cui non rispecchiava più i principii del vero cristianesimo. Martin Lutero propone una riforma basata sui seguenti punti:
1) La chiesa di Roma è troppo corrotta quindi i veri cristiani devono uscire dalla Chiesa di Roma
2) Il vescovo di Roma non deve più avere autorità sui fedeli
3) I Testi Sacri cioè la Bibbia non devono più essere comunicati in latino ma devono essere tradotti nelle lingue volgari
4) Non è più necessaria la mediazione di un prete poiché ognuno può impartire i sacramenti
5) ogni fedele può entrare in contatto con Dio tramite la propria coscienza

Dopo che Martin Lutero propone queste tesi la Chiesa di Roma risponde condannandolo come eretico. Tuttavia dal punto di vista sociale però la riforma attecchí soprattutto nelle classi sociali più deboli come ad esempio i contadini. L'imperatore Carlo V che rappresentava il potere all'inizio fu obbligato a mettere fuori legge la riforma e Martin Lutero fu costretto ad andare in esilio.
Negli anni successivi la riforma protestante fu appoggiata dai principi tedeschi e diventò una religione riconosciuta. La CONTRORIFORMA è il processo storico che interessa la religione cristiana cattolica di Roma che si oppone alla riforma protestante.

lunedì 15 dicembre 2014

L'Umanesimo, a cura di Saverio Salfi.


Sul piano storico e politico il Quattrocento è segnato dalla fine della guerra dei Cento Anni e della discesa di Carlo VIII re di Francia.


Nel 1492 la scoperta delle Americhe e la morte di Lorenzo il Magnifico annunciano il compimento dell’Umanesimo.


Da un punto di vista cronologico l’Umanesimo inizia con Petrarca e si protrae fino alla fine del Quattrocento.


Il termine umanesimo deriva dalla parola latina humanitas che significa studi relativi all’uomo.


Con questo termine si fa riferimento alle culture classiche (greche, latina): infatti dopo il Medioevo nella cultura europea si verifica un impulso allo studio, al recupero e alla divulgazione dei testi antichi, classici, grechi e latini, che erano stati tramandati attraverso le copie trascritte negli scriptoria (centri di cultura) situati nella città europee che avevano un centro ecclesiastico.


Questa tendenza a ripercorrere le tematiche dell’antichità classica dell’Umanesimo si chiama Classicismo.


Nell’Umanesimo e nel Rinascimento l’uomo è posto al centro dell’attenzione della cultura e ci si ispira agli ideali classici di proporzione, di armonia e bellezza poiché l’arte rappresenta il modo privilegiato di interpretare la natura.



Teocentrismo

Dio al centro della cultura


Antropocentrismo
uomo al centro della cultura



Idea

Laica dello Stato
La visione laica dello Stato rappresenta l’idea che il

potere politico e il potere spirituale devono essere separati

.


Dal punto di vista letterario fu Petrarca a dar vita all’Umanesimo seguito da Boccaccio ma ci furono altri autori: Andrea Mantegna, Leon Battista Alberti, Vittorino Da Feltre, Marsilio Ficino e Pico de la Mirandola.


domenica 14 dicembre 2014

Pico della Mirandola, biografia e opere, a cura di Saverio Salfi.

Giovanni Pico dei conti della Mirandola e della Concordia, conosciuto semplicemente come Pico della Mirandola anche se desiderava farsi chiamare Conte della Concordia, è stato un umanista e filosofo italiano. È l'esponente più conosciuto della dinastia dei Pico signori di Mirandola.


Giovanni Pico, Conte di Mirandola e Principe della Concordia, nasce nel suo castello nel modenese il 24 febbraio 1463, da Giovan Francesco I e Giulia Boiardo.


Grazie alle parentele della madre, imparentata con Matteo Boiardo, Pico ha una formazione d’eccellenza, sia a livello universitario sia presso i centri intellettualmente più vivaci della penisola, entrando in contatto con Poliziano, Marsilio Ficino e la corte medicea.


La formazione di Pico si caratterizza subito per lo spiccatissimo sincretismo e l’eterogeneità degli spunti, nonché per un’insaziabile curiosità: alla filosofia neoplatonica si aggiungono gli studi di aristotelismo a Padova, fino all’apprendimento dell’ebraico (oltre al greco e all’arabo), chiave d’accesso fondamentale per i testi della mistica e della cabala.


Pico della Mirandola prova a riassumere tutto il suo pensiero nelle Conclusiones, novecento tesi che spaziano attraverso tutto lo scibile umano del tempo, che l’autore prepara (assieme alla celebre prolusione  De hominis dignitate) per un futuro convegno di dotti che avrebbe dovuto tenersi a Roma.


I sospetti di eresia che si addensano su Pico da parte della curia romana portano non solo all’annullamento del simposio culturale, ma anche al tentativo di fuga in Francia e all’accorata difesa dello scrittore nella Apologia.


Nel 1492, due anni prima dell’improvvisa e misteriosa morte, Pico dedica a Poliziano un trattato filosofico, il  De ente et uno, in cui svolge l’idea di una possibile sintesi tra dottrine e religioni diverse, e sul rapporto tra l’insufficienza della ragione (che pure arricchisce l’uomo) e il ruolo essenziale dell’amore di Dio.


Autentico spirito umanistico e rinascimentale, Pico nella sua pur breve esistenza, e in particolare nel  De hominis dignitate, sa consegnare alla posterità l’idea che in ogni posizione intellettuale ci sia un fondo di verità e che la “concordia” tra le diverse discipline e i differenti punti di vista sia il vero obiettivo dell’intellettuale moderno. Cosa che si vedrà all’opera nella celebre polemica a mezzo di lettera con Ermolao Barbaro, dove, con gli affilati strumenti dell’ironia e della sua profondissima formazione, Pico sostiene ancora una volta le ragioni di una cultura concreta ed attivamente impegnata.


Pico della Mirandola morì a Firenze nel 17 novembre 1494.


L'Umanesimo, a cura di Marilena Andrei.

Sul piano storico e politico il Quattrocento è segnato dalla guerra dei Cento Anni e dalla discesa di Carlo VIII Re di Francia in Italia. Nel 1492 la scoperta delle Americhe e la morte di Lorenzo il Magnifico annunciano il compimento dell' Umanesimo. Da un punto di vista cronologico l'Umanesimo inizia con Petrarca e si protrae fino alla fine del Quattrocento. Il termine Umanesimo deriva dalla parola Humanitas. Con questo termine si fa riferimento alla cultura classica: infatti dopo il Medioevo nelle culture europee si verifica un impulso allo studio, al recupero e alla divulgazione dei testi classici greci e latini che erano stati tramandati attraverso le copie trascritte negli scriptoria che erano situati nelle città europee che avevano un centro ecclesiastico. La tendenza a percorrere le tematiche dell'antichità ckassica nell'Umanesimo si chiama Classicismo. Nell' Umanesimo e nel Rinascimento l'uomo è posto al centro dell'attenzione della cultura e ci si ispira agli ideali classici di proporzione, armonia e bellezza poiché l'arte rappresenta il modo privilegiato di interpretare la natura.

TRECENTRISMO -----> DIO AL CENTRO DELLA CULTURA

ANTROPOCENTRISMO -----> UOMO AL CENTRO DELLA CULTURA

UN'IDEA LAICA DELLO STATO

La visione laica dello Stato rappresenta l'idea che il potere politico e il potere spirituale devono essere separati. Dal punto di vista letterario ci furono anche altri autori: Andrea Mantegna, Leon Battista Alberti, Vittorino da Feltre, Marsilio Ficino e Pico della Mirandola.

giovedì 11 dicembre 2014

Il declino delle istituzioni universali, a cura di Marilena Andrei.

Sul piano politico nel Medioevo mentre emergevano le monarchie nazionali allo stesso tempo perdevano poter gli antichi poteri universali cioè il Papato e l'Impero. Nonostante la monarchia degli Asburgo avesse ottenuto la carica imperiale non aveva più la forza di dominare tutta l'Europa. Il Papato  rappresentato da Bonifacio VIII tentò di ristabilire la supremazia del Papa sull'autorità politica : questa battaglia fu condotta contro Filippo VI il Bello re di Francia che costrinse il Papa a spostare la sede Papale da Roma ad Avignone dal 1309 al 1377. Questo episodio mutò profondamente la Chiesa Cattolica di Roma provocando lo Scisma d'Occidente e un movimento interno di riforma della Chiesa.

L'epoca delle Signorie in Italia, a cura di Marilena Andrei.

Le Signorie erano composte da esponenti nobili che grazie alle loro influenza politica ed economica riuscirono a prendere il potere militarmente e a insediarsi nei luoghi dell'amministrazione comunale. Le signorie rappresentano dei piccoli stati che si autogestiscono, hanno un proprio governo, coniano la propria moneta e hanno dei propri magistrati. Uno dei fenomeni più importanti fu il mecenatismo che rappresentò il fenomeno attraverso il quale le famiglie nobili chiamarono nella propria città grandi artisti per creare opere architettoniche o opere letterarie dedicate alla città. Questa e il caso di Mantegna a Mantova e a Padova, di Leonardo da Vinci a Milano, a Firenze e in Francia, di Michelangelo a Roma e a Firenze e di Giulio Romano a Mantova.

La crisi del Trecento, a cura di Marilena Andrei.

Dopo una lunghissima fase di crescita demografica avviatasi nel XI sec. e accentuatasi nell' epoca comunale, nel corso del '300 la popolazione Europea subì un vero tracollo. Si calcola che agli inizi la popolazione europea fosse di 80.000.000 mentre alla fine del secolo fosse scesa a 50.000.000. La causa scatenante di questo tracollo demografico fu un'epidemia di peste che colpì l'Europa tra il 1347 e il 1351. In un'epoca in cui non esisteva la scienza la peste veniva vista come una punizione divina. Ad aggravare la situazione si aggiungeva il fatto che si era creata una situazione di sovrappopolamento e quindi di maggior consumo rispetto ai generi alimentari prodotti. Quando si concluse l'epidemia di peste l'Europa era pronta per una nuova rinascita infatti si porterà a compimento l'espansione dei comuni e l'affermazione delle Signorie.