Centro Studi Tito Speri Mantova

lunedì 15 dicembre 2014

L'Umanesimo, a cura di Saverio Salfi.


Sul piano storico e politico il Quattrocento è segnato dalla fine della guerra dei Cento Anni e della discesa di Carlo VIII re di Francia.


Nel 1492 la scoperta delle Americhe e la morte di Lorenzo il Magnifico annunciano il compimento dell’Umanesimo.


Da un punto di vista cronologico l’Umanesimo inizia con Petrarca e si protrae fino alla fine del Quattrocento.


Il termine umanesimo deriva dalla parola latina humanitas che significa studi relativi all’uomo.


Con questo termine si fa riferimento alle culture classiche (greche, latina): infatti dopo il Medioevo nella cultura europea si verifica un impulso allo studio, al recupero e alla divulgazione dei testi antichi, classici, grechi e latini, che erano stati tramandati attraverso le copie trascritte negli scriptoria (centri di cultura) situati nella città europee che avevano un centro ecclesiastico.


Questa tendenza a ripercorrere le tematiche dell’antichità classica dell’Umanesimo si chiama Classicismo.


Nell’Umanesimo e nel Rinascimento l’uomo è posto al centro dell’attenzione della cultura e ci si ispira agli ideali classici di proporzione, di armonia e bellezza poiché l’arte rappresenta il modo privilegiato di interpretare la natura.



Teocentrismo

Dio al centro della cultura


Antropocentrismo
uomo al centro della cultura



Idea

Laica dello Stato
La visione laica dello Stato rappresenta l’idea che il

potere politico e il potere spirituale devono essere separati

.


Dal punto di vista letterario fu Petrarca a dar vita all’Umanesimo seguito da Boccaccio ma ci furono altri autori: Andrea Mantegna, Leon Battista Alberti, Vittorino Da Feltre, Marsilio Ficino e Pico de la Mirandola.


domenica 14 dicembre 2014

Pico della Mirandola, biografia e opere, a cura di Saverio Salfi.

Giovanni Pico dei conti della Mirandola e della Concordia, conosciuto semplicemente come Pico della Mirandola anche se desiderava farsi chiamare Conte della Concordia, è stato un umanista e filosofo italiano. È l'esponente più conosciuto della dinastia dei Pico signori di Mirandola.


Giovanni Pico, Conte di Mirandola e Principe della Concordia, nasce nel suo castello nel modenese il 24 febbraio 1463, da Giovan Francesco I e Giulia Boiardo.


Grazie alle parentele della madre, imparentata con Matteo Boiardo, Pico ha una formazione d’eccellenza, sia a livello universitario sia presso i centri intellettualmente più vivaci della penisola, entrando in contatto con Poliziano, Marsilio Ficino e la corte medicea.


La formazione di Pico si caratterizza subito per lo spiccatissimo sincretismo e l’eterogeneità degli spunti, nonché per un’insaziabile curiosità: alla filosofia neoplatonica si aggiungono gli studi di aristotelismo a Padova, fino all’apprendimento dell’ebraico (oltre al greco e all’arabo), chiave d’accesso fondamentale per i testi della mistica e della cabala.


Pico della Mirandola prova a riassumere tutto il suo pensiero nelle Conclusiones, novecento tesi che spaziano attraverso tutto lo scibile umano del tempo, che l’autore prepara (assieme alla celebre prolusione  De hominis dignitate) per un futuro convegno di dotti che avrebbe dovuto tenersi a Roma.


I sospetti di eresia che si addensano su Pico da parte della curia romana portano non solo all’annullamento del simposio culturale, ma anche al tentativo di fuga in Francia e all’accorata difesa dello scrittore nella Apologia.


Nel 1492, due anni prima dell’improvvisa e misteriosa morte, Pico dedica a Poliziano un trattato filosofico, il  De ente et uno, in cui svolge l’idea di una possibile sintesi tra dottrine e religioni diverse, e sul rapporto tra l’insufficienza della ragione (che pure arricchisce l’uomo) e il ruolo essenziale dell’amore di Dio.


Autentico spirito umanistico e rinascimentale, Pico nella sua pur breve esistenza, e in particolare nel  De hominis dignitate, sa consegnare alla posterità l’idea che in ogni posizione intellettuale ci sia un fondo di verità e che la “concordia” tra le diverse discipline e i differenti punti di vista sia il vero obiettivo dell’intellettuale moderno. Cosa che si vedrà all’opera nella celebre polemica a mezzo di lettera con Ermolao Barbaro, dove, con gli affilati strumenti dell’ironia e della sua profondissima formazione, Pico sostiene ancora una volta le ragioni di una cultura concreta ed attivamente impegnata.


Pico della Mirandola morì a Firenze nel 17 novembre 1494.


L'Umanesimo, a cura di Marilena Andrei.

Sul piano storico e politico il Quattrocento è segnato dalla guerra dei Cento Anni e dalla discesa di Carlo VIII Re di Francia in Italia. Nel 1492 la scoperta delle Americhe e la morte di Lorenzo il Magnifico annunciano il compimento dell' Umanesimo. Da un punto di vista cronologico l'Umanesimo inizia con Petrarca e si protrae fino alla fine del Quattrocento. Il termine Umanesimo deriva dalla parola Humanitas. Con questo termine si fa riferimento alla cultura classica: infatti dopo il Medioevo nelle culture europee si verifica un impulso allo studio, al recupero e alla divulgazione dei testi classici greci e latini che erano stati tramandati attraverso le copie trascritte negli scriptoria che erano situati nelle città europee che avevano un centro ecclesiastico. La tendenza a percorrere le tematiche dell'antichità ckassica nell'Umanesimo si chiama Classicismo. Nell' Umanesimo e nel Rinascimento l'uomo è posto al centro dell'attenzione della cultura e ci si ispira agli ideali classici di proporzione, armonia e bellezza poiché l'arte rappresenta il modo privilegiato di interpretare la natura.

TRECENTRISMO -----> DIO AL CENTRO DELLA CULTURA

ANTROPOCENTRISMO -----> UOMO AL CENTRO DELLA CULTURA

UN'IDEA LAICA DELLO STATO

La visione laica dello Stato rappresenta l'idea che il potere politico e il potere spirituale devono essere separati. Dal punto di vista letterario ci furono anche altri autori: Andrea Mantegna, Leon Battista Alberti, Vittorino da Feltre, Marsilio Ficino e Pico della Mirandola.

giovedì 11 dicembre 2014

Il declino delle istituzioni universali, a cura di Marilena Andrei.

Sul piano politico nel Medioevo mentre emergevano le monarchie nazionali allo stesso tempo perdevano poter gli antichi poteri universali cioè il Papato e l'Impero. Nonostante la monarchia degli Asburgo avesse ottenuto la carica imperiale non aveva più la forza di dominare tutta l'Europa. Il Papato  rappresentato da Bonifacio VIII tentò di ristabilire la supremazia del Papa sull'autorità politica : questa battaglia fu condotta contro Filippo VI il Bello re di Francia che costrinse il Papa a spostare la sede Papale da Roma ad Avignone dal 1309 al 1377. Questo episodio mutò profondamente la Chiesa Cattolica di Roma provocando lo Scisma d'Occidente e un movimento interno di riforma della Chiesa.

L'epoca delle Signorie in Italia, a cura di Marilena Andrei.

Le Signorie erano composte da esponenti nobili che grazie alle loro influenza politica ed economica riuscirono a prendere il potere militarmente e a insediarsi nei luoghi dell'amministrazione comunale. Le signorie rappresentano dei piccoli stati che si autogestiscono, hanno un proprio governo, coniano la propria moneta e hanno dei propri magistrati. Uno dei fenomeni più importanti fu il mecenatismo che rappresentò il fenomeno attraverso il quale le famiglie nobili chiamarono nella propria città grandi artisti per creare opere architettoniche o opere letterarie dedicate alla città. Questa e il caso di Mantegna a Mantova e a Padova, di Leonardo da Vinci a Milano, a Firenze e in Francia, di Michelangelo a Roma e a Firenze e di Giulio Romano a Mantova.

La crisi del Trecento, a cura di Marilena Andrei.

Dopo una lunghissima fase di crescita demografica avviatasi nel XI sec. e accentuatasi nell' epoca comunale, nel corso del '300 la popolazione Europea subì un vero tracollo. Si calcola che agli inizi la popolazione europea fosse di 80.000.000 mentre alla fine del secolo fosse scesa a 50.000.000. La causa scatenante di questo tracollo demografico fu un'epidemia di peste che colpì l'Europa tra il 1347 e il 1351. In un'epoca in cui non esisteva la scienza la peste veniva vista come una punizione divina. Ad aggravare la situazione si aggiungeva il fatto che si era creata una situazione di sovrappopolamento e quindi di maggior consumo rispetto ai generi alimentari prodotti. Quando si concluse l'epidemia di peste l'Europa era pronta per una nuova rinascita infatti si porterà a compimento l'espansione dei comuni e l'affermazione delle Signorie.

La situazione della penisola italiana nel XIII sec. A cura di Marilena Andrei,

L'Italia nel XIII sec era divisa tra sviluppo economico e frammentazione politica differentemente dagli altri paesi Europei. Il Centro e il Nord Italia gravitavano attorno all'orbita della monarchia francese e dell'impero tedesco. Nel Centro Italia vi era Roma e lo Stato della Chiesa mentre al Sud vi era una zona di frammentazione in cui si confrontavano l'Europa, il mondo bizantino e la cultura Araba.

martedì 9 dicembre 2014

L' Umanesimo, a cura di Mattia Mongelli.

L'UMANESIMO

Sul piano storico e politico il Quattrocento è segnato dalla fine della Guerra dei 100 anni e dalla discesa del Re di Francia Carlo VIII. Nel 1492 la scoperta delle Americhe e la morte di Lorenzo il Magnifico annunciano il compimento dell'Umanesimo. Il termine Umanesimo deriva dalla parola Humanitas. Con questo termine si fa riferimento alle culture classiche: infatti dopo il Medioevo nella cultura europea si verifica un impulso allo studio, al recupero e alla divulgazione di testi antichi classici, greci e latini che erano stati tramandati attraverso le copie trascritte negli scriptoria (centri culturali) situati nelle città europee che avevano un centro ecclesiastico. La tendenza a ripercorrere le tematiche dell'Umanesimo si chiama Classicismo. Nell'Umanesimo e nel Rinascimento l'uomo è posto al centro della attenzione della cultura e ci si ispira agli ideali classici di proporzione, armonia e bellezza poichè l'arte rappresenta il modo privilegiato di interpretare la natura

TEOCENTRISMO E ANTROPOCENTRISMO

La visione laica dello stato rappresenta l'idea che il potere politico e il potere spirituale devono essere separati. Dal punto di vista letterario fu Petrarca a dare vita all'umanesimo, ma ci furono anche altri autori: Andrea Mantegna, Leon Battista Alberti, Vittorino da Feltre, Marsilio Ficino, Pico della Mirandola

venerdì 5 dicembre 2014

Letture

· William Golding, Il signore delle mosche

· Robert Louis Stevenson, Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde

· Walter Scott, Ivanhoe,

· Joseph Conrad, La linea d'ombra,

· Joseph Conrad, Cuore di tenebra

· Gustave Flaubert, Salambo'

· Italo Calvino, Il barone rampante

· Valerio Massimo Manfredi, Lo scudo di Talos.

· Alexander Puškin, La figlia del capitano,

· Ray Bradbury, Farenheit 451

· George Orwell, La fattoria degli animali

· George Orwell, 1984

· Mark Twain, Le avventure di Huckleberry Finn

· Mark Twain Le Avventure di Tom Sawyer

martedì 2 dicembre 2014

Carlo Goldoni, una introduzione, a cura di Azzurra Ruotolo.

Nacque a Venezia il febbraio 1707 da una famiglia borghese che un tempo era stata in floride condizioni economiche. La sua casa era un luogo di incontro di gente di teatro, attori e musicisti. Suo padre era medico e lo portò con sè a Perugia dove gli fece studiare la grammatica e a Timini lo fece proseguire con la filosofia. Nel 1721 stanco degli studi di filosofia, fuggì da Rimini e sbarcò a Chioggia dove incontrò la madre, rimasta vedova. Cominciò gli studi giuridici prima a Pavia poi a Padova, dove si laureò nel 1731. Dal 1731 al 1743 esercitò la professione di avvocato e ricoprì alcuni incarichi pubblici. Nel 1734 conobbe a Verona il capocomico Giuseppe Imer e divenne poeta della sua compagnia che lavorava a Venezia al teatro San Samuele. Per la compagnia Imer scrisse la tragicommedia Belisario, alcuni intermezzi comici e grammi giocosi. Si fece strada in lui l’idea di una riforma del teatro comico. In questa commedia la maschera di Pantalone diventa un carattere assumendo i tratti psicologici e di comportamento del tipico mercante veneziano onesto e laborioso. Con La donna di Garbo, Goldoni realizzò la prima commedia interamente scritta. Le ristrettezze economiche lo costrinsero a trasferirsi a Pisa dove tornò a fare con successo l’avvocato. Nel 1745 nacque Arlecchino servitore di due padroni, mentre nel 1747 Goldoni si ristabilì a Venezia  dove fu poeta della compagnia Medebac fino al 1753. Dopo l’insuccesso di una commedia Goldoni per non perdere il favore del pubblico promise per la stagione teatrale ben sedici commedie nuove, e mantenne fede all’impegno sottoponendosi a un lavoro massacrante. La più celebre di questa è la  Bottega del Caffè. Nel 1762 Goldoni stanco delle polemiche e deluso dal pubblico che correva ad assistere alle fiabe del Gozzi accettò di trasferirsi in Francia per dirigere la Comèdie Italienne.